Approvata deroga all'uso dei coppi in cotto per i tetti dei fabbricati in zona agricola danneggiati dalla grandine

Pubblicato il 30 ottobre 2023 • Cittadino

I cittadini proprietari di capannoni e pertinenze in zona agricola con tetti in precarie condizioni perché danneggiati dalla grandinata dello scorso luglio, potranno usare per il ripristino delle coperture il finto coppo e la lamiera grecata, invece di dover usare coppi in cotto che per il notevole peso comporterebbe un intervento più consistente e più complesso, con costi molto più elevati. E’ quanto prevede la delibera approvata all’unanimità mercoledì 25 ottobre dal Consiglio Comunale di Vigonovo.

 

«Abbiamo voluto andare incontro agli agricoltori, le attività e le famiglie che hanno visto danneggiati i propri immobili soprattutto dopo la grandinata», spiega il sindaco Luca Martello. «Nelle aree agricole la norma obbligava i proprietari ad usare per la copertura dei tetti solo il coppo. Ci sono agricoltori che oggi hanno decine di metri di tetti di capannone con telai in metallo, non in muratura e questo tipo di struttura non reggerebbe il peso del coppo. Si capisce allora che rifare tutto avrebbe dei costi molto elevati. Ora che abbiamo derogato a tutto questo i proprietari hanno la possibilità di utilizzare il finto coppo che è leggero. Un provvedimento importante visti gli ingenti danni che abbiamo registrato anche nel nostro Comune. Inoltre anche noi come le altre amministrazioni rivierasche abbiamo attivato lo sportello per la dichiarazione dei danni subiti. Speriamo che possano arrivare i ristori e che questi non restino solo un sogno».

 

L'aggiornamento dell'articolo del Regolamento Edilizio Comunale oltre a rispondere all'urgenza dei danni dovuti al maltempo, si prefigge di favorire anche la bonifica delle coperture in amianto. Infatti quanti in zona agricola scegliessero di sostituire la copertura di amianto, potranno contare sulla stessa deroga ammessa per i danni dovuti al maltempo, nei termini e nei modi stabiliti dall'articolo ora modificato.